Page 55 - Ascolta Popolo Mio - Mons. Michele Seccia
P. 55

54.I sacerdoti, collaboratori necessari. Come vescovo trovo nei fratelli presbiteri quei «necessari collaboratori e consiglieri nel ministero e nella funzione di istruire, santi - care e governare il Popolo di Dio» 95. A questo punto vorrei fermarmi qualche istante per ri ettere su una questione che mi sta particolarmente a cuore: la comunione presbiterale. Ve lo ripeterò  no alla nausea: la fraternità tra di noi è un dato di fede, dobbiamo crederci! Certamente, avvertirne la necessità, non ci esime dall’impegno stringente di realizzarla. Ma pri- ma di tutto la dobbiamo invocare dal Signore! Mi rendo conto quanto ciò sia di cile: spesso a causa di decisioni del vescovo o di episodi del passato ci si guarda con sospetto gli uni verso gli altri, dimenticando che l’annunzio dell’amore di Dio pas- sa attraverso la testimonianza dell’amore tra di noi (cfr. Gv 13,35) e dalla disponibilità sincera a gareggiare nello stimarci a vicenda (cfr. Rm 12,10). È più facile rintanarsi nelle quattro mura della propria parrocchia, habitat ospitale e accogliente, fatto su misura per noi e che talvolta assume le forme di una trincea nella quale difendersi dal “nemico”. È ben più di cile uscire fuori, abbandonare le sicurezze del proprio recinto e accettare la s da del dialogo, dell’ascolto reciproco, della cor- rezione fraterna, della condivisione pastorale. Non siamo mo- nadi incapaci di comunicare tra noi! Quanto predichiamo ai gruppi di giovani, adulti, famiglie, ragazzi delle nostre comu- nità vale soprattutto per noi presbiteri: come posso predicare l’amore se non amo? Come dire l’importanza del perdono se non sono capace di perdonare il confratello? Come pretendere il dialogo se non ne sono capace nel presbiterio? E vorrei osa- re: come celebrare l’Eucarestia se non mi sento in comunione
con il mio vescovo e con tutti i sacerdoti della diocesi?
Cari fratelli presbiteri, il tempo dell’ascolto inizia da noi! Tra noi non dobbiamo aver paura di confronti leali e trasparenti. Guai a cercare la soluzione ai problemi nelle chiacchiere “da canonica” che, come ingiuste sentenze, gravano pesantemen- te sulle spalle del vescovo e dei confratelli. Siamo coraggiosi! Non scegliamo le logiche di questo mondo dove vince chi è più forte, sforziamoci di essere diversi!
Nel Vangelo, Gesù usa quel “ma” discriminante con il quale
95 paolo vi, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Presbyterorum ordinis (7 dicembre 1965), n. 7.
55





























































































   53   54   55   56   57