Page 32 - Ascolta Popolo Mio - Mons. Michele Seccia
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sa, perché il nostro Dio è il Dio delle sorprese. È “novità”» 55. Ascoltarla con animo sempre aperto e disponibile è indispen- sabile per permettergli di realizzare la sua missione. Questo carattere performativo permette alla Parola di realizzarsi in even- to nel momento stesso in cui viene pronunciata: «si tratta di quell’aspetto che non può essere né controllato, né rinchiuso, perché dà vita, muove, cambia, perché ha origine divina» 56. Mi piace ricordare quanto il profeta Isaia scrive a tal propo- sito: «Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fe- condata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza e etto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata» (Is 55,10-11). Fino a quando non glielo permettiamo, la Parola attende con pazienza di essere accolta nell’ascolto della fede, per trasformarsi in evento e creare in noi quanto dice.
32.Accade - tuttavia - che l’uomo, a causa della sua  ni- tudine, si allontana da Dio, arrivando quasi a respin- gere l’amicizia o ertagli. La miseria prodotta dal peccato spo- glia la nostra esistenza privandola della sua originale dignità (Gn 3,7), costringendola così a fuggire da Dio nascondendo- si da Lui. Prestando ascolto alla voce del serpente (Gn 3,5) 57
55 Francesco, Omelia alla Messa Mattutina a Santa Marta (20 gennaio 2014).
56 Pontificia Università della Santa Croce, Parola di Dio e Missione della Chiesa. Aspetti giuridici, a cura di d. cito e F. puig, Giuffrè Editore, Roma 2009, p. 45.
57 Mentre il Signore ha dato la possibilità di mangiare di tutti gli alberi del giardino, escludendo solo l’albero del conoscere il bene e il male, il serpente cambia l’ordine delle parole e accorcia il comando divino: «Non mangerete di ogni albero del giardino». In questo modo subdolo il serpente fa pesare il divieto («non mangerai» Gen 2,16b) sull’espressione «di ogni albero del giardino», capovolgendo così l’ordine, che diventa totalizzante. Il serpente, cioè, fa dire al Signore il contrario di quello che aveva detto all’inizio. Pur dicendo il vero, in realtà il serpente insinua il falso, e mentre “gioca” con la sua lingua biforcuta, crea ambiguità, semina il dubbio e il sospetto sull’ope- ra di Dio. Riportando solo la parte negativa dell’ordine e affermandola per tutti gli alberi, in modo astuto capovolge ogni cosa: è il disegno diabolico, cioè divisorio che succede sempre e a chiunque ascolti il serpente, ieri come oggi.
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