Page 97 - Ascolta Popolo Mio - Mons. Michele Seccia
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contrare ammalati che non so rivano tanto per i dolori  sici, quanto per la solitudine e l’indi erenza. Ci sono medicinali che non si comprano in farmacia, ma che fanno un gran bene: si chiamano vicinanza, prossimità, presenza, comprensione, ascolto. essi sono il rimedio naturale più e cace per dare sol- lievo e riaccendere la speranza nel cuore di chi so re. Nell’am- bito della pastorale della salute sono rimasto commosso e am- mirato nel vedere il preziosissimo lavoro svolto da qualche sacerdote, suora e da tanti volontari nei presidi ospedalieri o nelle altre strutture presenti sul territorio della nostra dio- cesi. Nell’ambito pediatrico, ad esempio, vorrei citare alcune iniziative come le “ludo-barelle”, la “bimbulanza” o, ancora l’allestimento della nuova sala prelievi nel reparto pediatrico e tante altre espressioni con le quali ci si sforza di alleggerire il peso di realtà di cili da accettare e sopportare.
Metto per iscritto queste testimonianze perché sono l’esem- pio concreto di come l’amore vero rende il cuore creativo e capace di combattere - con la forza della speranza - l’ingiusti- zia della so erenza e del dolore. Sono forme di ascolto attivo e fruttuoso che si aprono a una missionarietà nella logica del Buon Samaritano. Sarebbe bello (poiché sono realtà che “ab- biamo in casa”) proporre queste esperienze di volontariato ai nostri giovani o a chiunque voglia abbandonare il calore e la comodità elitaria delle nostre sacrestie per diventare “ospe- dale da campo” e vivere nella misericordia. Papa Francesco ha spesso sottolineato l’importanza di questo servizio, soprat- tutto per chi lo compie assiduamente: «quanti cristiani anche oggi testimoniano, non con le parole, ma con la loro vita radi- cata in una fede genuina, di essere “occhi per il cieco” e “piedi per lo zoppo”! Persone che stanno vicino ai malati che hanno bisogno di un’assistenza continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio, specialmente quando si prolunga nel tempo, può diventare faticoso e pesante. È re- lativamente facile servire per qualche giorno, ma è di cile accudire una persona per mesi o addirittura per anni, anche quando essa non è più in grado di ringraziare. E tuttavia, che grande cammino di santi cazione è questo! In quei momenti si può contare in modo particolare sulla vicinanza del Signore, e si è anche di speciale sostegno alla missione della Chiesa» 144.
144 Cfr. Francesco, Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale del Malato 2015, 3 dicembre 2014.
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