Page 90 - Ascolta Popolo Mio - Mons. Michele Seccia
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• La Consulta diocesana della pastorale giovanile, all’inter- no del Servizio diocesano costituisce il luogo privilegiato della comunione ecclesiale, radice di ogni cura pastorale;
• Accanto ai rappresentanti dell’associazionismo giovanile, nell’ottica di una pastorale di comunione, è bene che tale organismo si allarghi anche ai responsabili o ai delega- ti (sacerdoti e laici) degli u ci pastorali che hanno come destinatario della propria ri essione e della propria azio- ne anche i giovani: catechesi, carità, vocazioni, famiglia, missioni, scuola, università, irc, sport, oratori, lavoro, etc;
• Tale organismo è chiamato a mettersi in ascolto dei contri- buti che vengono dalle diverse realtà ecclesiali, ri ettere su di essi, ampliarli con l’attenzione al dibattito e alla ri-  essione presente nella Chiesa Italiana e, in ne, operare per o rire una visione dialettica capace di comprendere e armonizzare i diversi contributi. Espressione concreta di questo lavoro saranno le linee guida dalle quali far scatu- rire un progetto di pastorale giovanile della diocesi;
• Emanazione della Consulta sarà l’Equipe di pastorale gio- vanile, composta da un gruppo ristretto di sacerdoti e ani- matori debitamente formati, che, alla luce delle ri essioni della Consulta stessa, dovrà elaborare programmi e pro- poste operative da concretizzare negli itinerari formativi. Col tempo l’Equipe, anche con l’apporto di competenze esterne, dovrà essere in grado di o rire delle sussidiazio- ni che guidino nella realizzazione del progetto di pastora- le giovanile unitario;
• La scelta della formazione dei formatori, unitaria e condi- visa a livello diocesano, sarà il primo passo da compiere. È auspicabile che la Consulta elabori il progetto e pro- ponga all’Equipe delle linee su cui elaborare e sviluppare gli itinerari di formazione per animatori di comunità e di gruppi giovanili;
• Ciò richiede, soprattutto ai parroci, un serio impegno di discernimento che porti a individuare adulti o giovani adulti che si formino e si quali chino nell’animazione e nell’accompagnamento;
• I presbiteri non possono sentirsi esonerati dalla necessità della formazione continua circa il mutevole mondo giova- nile ormai lontano dai nostri ambienti, dai nostri schemi culturali e dai nostri linguaggi. Il Consiglio presbiterale valuterà e proporrà tempi e moduli formativi;



























































































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