Page 92 - Ascolta Popolo Mio - Mons. Michele Seccia
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legami diventa particolarmente grave perché si tratta della cellula fondamentale della società, del luogo dove si impara a convivere nella di erenza e ad appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai  gli» 136. Divisioni, incompren- sioni, litigi sono generati dalla sordità nei confronti della paro- la altrui, che resta inascoltata a volte per abitudine, a volte per ripicca, altre per indi erenza. Quando anche la tavola, luogo di scambio e di comunicazione intima per eccellenza, diventa muta, vuol dire che si sta andando nella direzione sbagliata.
In questo contesto, la famiglia come “comunità” cresce e si edi ca solo nell’ascolto reciproco. A volte basta davvero poco, ma è bene che in ogni parrocchia si sostengano le famiglie accompagnandole e valorizzandole nella loro stessa identità. Ci sono tre parole che il Santo Padre prescrive come medicina ai malanni familiari: «“permesso?”, “grazie”, “scusa”: queste parole aprono la strada per vivere bene nella famiglia, per vi- vere in pace. Sono parole semplici, ma non così semplici da mettere in pratica! Racchiudono una grande forza: la forza di custodire la casa, anche attraverso mille di coltà e prove; invece la loro mancanza, a poco a poco apre delle crepe che possono farla persino crollare. (...) Queste tre parole-chiave della famiglia sono parole semplici, e forse in un primo mo- mento ci fanno sorridere. Ma quando le dimentichiamo, non c’è più niente da ridere, vero? La nostra educazione, forse, le trascura troppo. Il Signore ci aiuti a rimetterle al giusto posto, nel nostro cuore, nella nostra casa, e anche nella nostra convivenza civile» 137. Alle parole del Papa non ci sarebbe nul- la da aggiungere: la loro impressionante semplicità è quanto mai vera, eppure paradossalmente non è spesso “di casa nel- le nostre case”! Ritorniamo su queste parole, meditiamole, ci faranno bene. Ripensiamo anche alle parole di Paolo: «Adi- ratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira» (Ef 4,26). Ricordiamo sempre che non esistono “famiglie perfette”, ma “perfettibili”.
Tutti possono crescere, migliorare, e se proprio bisogna avere un’attenzione speciale, la si abbia per le famiglie più in di coltà o per quelle situazioni critiche e di so erenza: che nessuno si senta escluso o messo al margine dalle comunità, in quanto tutti hanno diritto di ascoltare e di essere ascoltati! In questo
136 Evangelii Gaudium, n. 66.
137 Francesco, Udienza generale, Piazza San Pietro 13 maggio 2015.
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