Page 46 - Ascolta Popolo Mio - Mons. Michele Seccia
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a molteplici dimensioni, sulle quali ci siamo già so ermati: quella verticale dell’ascolto reciproco tra Dio e l’uomo; quel- la orizzontale dell’ascolto reciproco tra fratelli; quella interiore dell’ascolto di se stessi nella verità. Per uno sviluppo integra- le della propria esperienza di fede, l’una non può prescinde- re dall’altra. In quest’ottica è opportuno, se non necessario, orientare l’agire e le relazioni pastorali: una Chiesa “sorda” è una Chiesa ripiegata su se stessa, che chiude le sue porte alla novità dello Spirito, risultando incapace di comunicare la bel- lezza del Vangelo alle generazioni presenti e future (respon- sabilità questa che come cristiani non possiamo demandare o derogare); al contrario, una Chiesa “in ascolto” è capace di non chiudersi in se stessa, ma di essere “in uscita” e aprirsi con speranza e  ducia al futuro. A tal proposito leggiamo nel- la Evangelii gaudium: «La Chiesa “in uscita” è una Chiesa con le porte aperte. Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una dire- zione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada» 76.
46.Il primo capitolo del recente Documento  nale del Sino- do dei Vescovi, dedicato al valore dell’ascolto, ci aiuta a comprendere la rilevanza che esso occupa nella vita della Chiesa, che è madre e maestra nella misura in cui si mette in ascolto delle attese più profonde dell’uomo. «L’ascolto è un incontro di libertà, che richiede umiltà, pazienza, disponibi- lità a comprendere, impegno a elaborare in modo nuovo le risposte. L’ascolto trasforma il cuore di coloro che lo vivono, soprattutto quando ci si pone in un atteggiamento interiore di sintonia e docilità allo Spirito. Non è quindi solo una raccolta di informazioni, né una strategia per raggiungere un obiettivo, ma è la forma in cui Dio stesso si rapporta al suo popolo. Dio infatti vede la miseria del suo popolo e ne ascolta il lamento, si lascia toccare nell’intimo e scende per liberarlo (cfr. Es 3,7-8). La Chiesa quindi, attraverso l’ascolto, entra nel movimento di
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