Page 35 - Ascolta Popolo Mio - Mons. Michele Seccia
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del suo battito ci aiuta a comprendere ciò a cui teniamo vera- mente: Gesù stesso usa questa immagine per dire che dove è il nostro cuore, lì è anche il nostro tesoro (cfr. Mt 6,21), perché ciò che abita dentro di noi diventa totalizzante per la nostra esistenza. E poiché - come dice un detto comune - al cuor non si comanda, obbedire a ciò che viene ascoltato col cuore non è così di cile. La Sacra Scrittura, legando il concetto di ascolto a quello di obbedienza, insegna che essa non è chinare il capo davanti all’autorità, ma un vero e proprio esercizio di liber- tà: l’obbedienza alla legge è completamente diversa da quella data a Dio, e come scrive il nostro don Tonino Bello «chi obbe- disce non smette di volere, ma si identi ca a tal punto con la persona a cui vuol bene che fa combaciare, con la sua, la pro- pria volontà» 61. La coincidenza perfetta della propria volontà con quella di Dio è possibile solo nell’esercizio dell’ascolto, dove la Parola che abita nel cuore diventa connaturale con l’i- dentità della persona concretizzandosi necessariamente nella realtà della sua vita: in questo consiste la beatitudine.
36.C’è una malattia, tuttavia, di usa nell’Antico come nel Nuovo Testamento: la sclerocardia, ossia la durezza del cuore. Gesù la richiama spesso, individuando nello stato di salute del cuore la causa principale delle diverse modalità di ascolto. Paradossalmente chi è a etto da questa malattia sono spesso i grandi conoscitori della Parola, come gli scribi e i farisei: ciò vuol dire che una conoscenza prettamente dot- trinale è sterile, non giova a nulla; solo una conoscenza sca- turita dall’ascolto e motivata dall’amore mette i presupposti per corrispondere all’amicizia divina. La sclerocardia può ma- nifestarsi in vari modi e può colpire ciascuno di noi: c’è chi ha un cuore di pietra (Ez 11,19), un cuore diviso (Sal 119,113; Ger 32,29) o cieco (Lm 3,65), un cuore non circonciso (Dt 30,6; Rm 2,29) e quindi non totalmente di Dio; c’è un cuore appesantito dagli a anni della vita (Lc 21,34), o sordo nel capire le parole e l’azione del Signore (Mc 6,52; 8,17), e portato a dimenticare e tradire la Parola (2Pt 3,16; Lc 8,13). Sono tutti sintomi di un cuore lontano da Dio, non toccato dalla fede, non modella- to dall’ascolto. «Un cuore indurito non riesce a comprendere neanche i miracoli più grandi. (...) Esso si indurisce per espe-
61 antonio Bello, Maria donna dei nostri giorni, Torino 2015, San Paolo.
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