I Catechesi di Mons. Arcivescovo per la GMG a Madrid 17 Agosto 2011

I Catechesi di Mons. Arcivescovo per la GMG a Madrid 17 Agosto 2011

  1. 1. Introduzione

 

Cari miei giovani amici,

che strano: da circa vent’anni continuo ad essere un frequentatore attento, interessato, coinvolto nelle GMG pur non avendo l’età.

È da molti anni che mi aggrego a voi forse per un inconscio desiderio di bloccare gli anni che avanzano velocemente soprattutto da quando ho varcato la soglia dei sessanta.

Si vive, penso che capiti anche a voi!, di illusioni. Tra le mie c’è anche quella di sentirmi giovane. Grazie a voi mi sento giovane ma non lo sono. Ne ho la chiara consapevolezza. Ma questo mi dà forza, entusiasmo, gioia per continuare a donarmi.

Io appartengo ad una particolare categoria di vescovi. Mi sono definito vescovo nomade. Sapete che nomade è chi non ha una fissa dimora. Beh, in qualche modo appartengo a questa categoria.

Sono vescovo da 22 anni circa e come sapete il vescovo è sposo della Chiesa che è chiamato a guidare e servire, ne fa fede anche il segno dell’anello che portiamo. E per la Chiesa il matrimonio è indissolubile: niente separazioni, divorzi…

Eppure mi hanno fatto divorziare già tre volte: sono ormai alla quarta sposa. Vescovo a Termoli per 9 anni.

Poi arcivescovo a Foggia dove resto per poco meno di 4 anni. Poi mi dicono: torna a fare il vescovo a casa tua. E mi rimandano laddove sono nato e dove ho vissuto la mia ricca stagione Sacerdotale: arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e delegato del Papa per il Santuario e le Opere di San Pio da Pietrelcina con la grossa responsabilità della grande struttura ospedaliera che è la Casa Sollievo della Sofferenza.

Mi sono detto: adesso finalmente mi fermo sino all’età della pensione. Sapete che noi vescovi siamo pensionati a 75 anni.

E invece! Dopo sei anni, due anni fa, mi chiamano dall’alto e mi si dice che è volontà del Santo Padre che io vada a Lecce come arcivescovo metropolita.

Che fare? Quello che ho sempre fatto: obbedire!

Vi posso confessare la grande fatica, la grande sofferenza nel lasciare le persone con cui ha condiviso l’avventura della fede!

Non posso non confessarvi che ogni distacco, ogni separazione, mi è costata e molto. Ma dopo che forse tra le lacrime hai detto il tuo si, il Signore ti fa dono di una grande pace e serenità.

Ora, a distanza di due anni, dico con forza e  in verità, che amo Lecce, questa Chiesa che il Signore mi ha affidato, la amo in modo totale facendo della mia vita, del mio cuore, delle mie – se ce ne sono- capacità, un dono senza riserve a questa nuova ed amata famiglia.

Questa breve mia nota biografica, la ritengo utile quasi a mettervi a parte di un itinerario nel quale, a dispetto delle umane resistenze, mi sono lasciato condurre da Lui, dal Cristo. Talvolta mi è sembrato che abbia preteso troppo. Riflettendoci: è ben poco rispetto al tutto che continua a donarmi facendo della mia vita una costante singolare esperienza di amore, il suo e non solo, perché mi accompagna con l’amore dei tanti che ha messo e mette sul mio cammino. Da oggi tra questi tanti ci siete anche voi.

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