Oronzo il pagano, Oronzo il convertito
Accolse la Fede grazie alla predicazione di Giusto…
Per quanto sia difficile ricostruire dettagliatamente le origini del cristianesimo locale ed ottenere, così, una precisa biografia dei santi patroni, c’è un dato che appare incontrovertibile: Oronzo era un pagano. Gli studiosi ci informano che grazie alla predicazione di Giusto egli si convertì alla nuova fede e da pagano divenne evangelizzatore capace di trasformare la cultura del suo tempo con la medesima forza con cui la Parola aveva trasformato lui stesso. Ora i tratti della cultura e dell’identità del paganesimo sono ben noti: “I Padri della Chiesa dicevano che la mancanza di sensibilità era l’autentico peccato ed il segno distintivo dei pagani” (J. Ratzinger, Opera omnia, XII, 624). Origene dice dei pagani: “Privi di sentimento e ragione, si trasformano in pietre e legno” (In Lucam, 22, 9). In questo contesto culturale Oronzo seppe lasciarsi covertire il cuore di pietra in cuore di carne dalla potenza del Vangelo, percependo così l’amore di Dio ed accogliendolo con libertà. Oggi è quanto mai semplice scorgere nell’attuale società i segni più chiari ed evidenti del paganesimo, spesso in realtà confuso con l’ateismo. Nella presunzione di una più grande libertà ed autonomia, è stata diminuita l’importanza della religione e di Dio stesso.
Lequile-Dragoni (Chiesa San Basilio) – Altare di Sant’Oronzo
In realtà, è diminuita anche l’importanza dell’uomo; si è giunti ad una disumanità e rozzezza che si ripetono di frequente nella storia del quotidiano disSacrando la dignità della persona umana. Il cuore del mondo è divenuto, nuovamente, un cuore di legno e di pietra. Il detto “sei senza cuore” è proprio vero. Chi è insensibile a Dio, chi è pagano, diventa insensibile anche all’uomo, soffre e fa soffrire. Il culto idolatrico dell’economia, una sessualità impazzita che usurpa alla natura il diritto alla maternità, l’arroganza dei potenti dinanzi alla giustizia, la dittatura del relativismo e dell’effimero non sono segno di un nuovo paganesimo senza Dio, senza cuore né sentimento e ragione? La festa patronale aiuti la comunità cristiana ad essere “fermento” di bellezza, di bontà e di verità nel Salento, ad aprirsi a dialoghi più ampi, a sperimentare nuove forme di evangelizzazione, perché Lecce, dietro una sottilissima pellicola di cristianesimo, forse conserva ancora un’anima pagana. L’intercessione di sant’Oronzo, primo leccese convertito dal paganesimo, faccia sì che da pietre e legno diventiamo persone viventi, nelle quali Dio è presente ed il mondo viene trasformato.
Vincenzo Martella
SANT’ORONZO: DIFENSORE DEI POVERI, PROTETTORE DEL CLERO
Mi affido alla mia “leccesità” per esprimere solo sentimenti che mi fanno dire che S. Oronzo, ancora oggi, sembra nostro contemporaneo. Pensare a S. Oronzo primo vescovo della Chiesa di Lecce, secondo le nostre belle tradizioni, rafforza la nostra fede e ci fa guardare alla figura del vescovo come guida e padre della nostra vita spirituale. Per noi leccesi S. Oronzo è sempre il Vescovo che, andando al martirio, si sarebbe voltato verso la città, dicendole: “Semper protexi et protegam”. Dire che nella storia di Lecce si è sempre sperimentata questa protezione è un dato certo e scontato, ma aggiungere che proprio come vescovo si è sempre prodigato per il progresso spirituale dei suoi concittadini, è un atto di fede.
Purtroppo è il sentimento che fa parlare un leccese in questi termini, perché documenti storici ce ne sono ben pochi; ma la costanza di queste convinzioni costituisce la base abbastanza solida di una devozione inalterata nel tempo. È bella la figura del vescovo che conduce alla Verità, difende i poveri, protegge il clero, infervora gli animi, e questo S. Oronzo l’ha fatto proprio come pastore di questa Chiesa che ha sempre avuto bisogno di una mano sicura, la stessa mano di Cristo, pronta a posarsi sul capo di ciascuno per proteggere, difendere e correggere. La devozione a S. Oronzo oggi è diminuita, come tutta la vita di fede; un po’ di folclore ricorda i giorni della festa con tutte le bancarelle per il piacevole acquisto dell’occasione; ma, senza togliere nulla alla festa esterna, il vescovo Oronzo vuole dai suoi leccesi una vita particolarmente consona al valore e all’ideale cristiano.
Gigi Fanciano
Il De Sanctis elenca tutte le altre Feste della città dedicate ai Santi…
“IL 26 AGOSTO È DEDICATO AI PROTOMARTIRI ORONZO, GIUSTO E FORTUNATO”
Molti sono i Santi Protettori, che numera la città nostra. Antichissima Protettrice di Lecce è l’inclite martire S. Irene, cui dai padri nostri fu eretto sontuosissimo tempio, che spicca tra tutti per la sua vastissima mole, per la sua perfetta architettura, e per la ricchezza e splendore con cui viene mantenuto. La festa di questa Santa Martire si celebra ai 5 maggio di ogni anno. Il 26 Agosto è dedicato ai Protomartiri Salentini Oronzo, Giusto e Fortunato. Rovistando nell’archivio capitolare al libro XVI pag. 300 ho rinvenuto un certificato rilasciato da Francesco Saverio Storgio, il quale enumera per protettori meno principali di Lecce i Santi seguenti.
Lecce (SantaTeresa) – A. De Lucrezi, 1869
A 19 Marzo S. Giuseppe Patriarca, con indulgenza plenaria, per quei fedeli che confessati, e comunicati nella Cattedrale, pregano secondo l’intenzione del Sommo Pontefice.
A 15 Gennaio S. Mauro Abate
A 21 Marzo S. Benedetto
A 2 Aprile S. Francesco di Paola.
Venerdì dopo la Domenica di Passione Maria SS. Addolorata
A 19 Maggio S. Pietro Celestino
A 27 Maggio S. Filippo Neri
A 13 Giugno Sant’Antonio di Padova
A 4 Agosto S. Domenico Guzmán Confessore
A 30 Agosto S. Rosa di Maria Vergine
A 10 Settembre S. Nicolò da Tolentino
A 4 Ottobre S. Francesco d’Assisi
A 10 Ottobre S. Francesco Borgia
A 3 Dicembre S. Francesco Saverio
(Da “Tradizione e culto sui martiri leccesi Oronzio, Fortunato e T. Giusto – Ven. Sante Can. Dottor De Sanctis, Vicario Perp. nella Cattedrale”).